Presentazione

Presentazione

Sono un collezionista di diecast un 1/18, soprattutto di modelli stradali prodotti in grande serie.

Senza voler far concorrenza a riviste o portali specializzati, in questo blog provo alcuni dei miei modelli in scala 1:18 mettendo in evidenza quelli che per me (ovviamente) sono i difetti e le qualità riscontrate su ogni singolo modello; la prova è corredata da alcune foto, scattate al meglio delle mie possibilità.
Ovviamente i pareri espressi in queste recensioni sono "genuini" e del tutto personali, vado ad analizzare sia le sensazioni che ogni modello mi regala, cerco di scovare particolari nascosti e più razionalmente uso nella valutazione del modello il parametro qualità / prezzo.

Che dire....Spero che questa mini-guida sia utile ad altri collezionisti.
Sarò grato a tutti coloro che mi manderanno i loro commenti, le loro critiche e perché no... Correzioni a mie imprecisioni o mancanze.
Buona lettura a tutti

venerdì 13 marzo 2015

Dodge Challenger 2008 - Highway61

Modello: Dodge Challenger 1970 e 2010
Marca: Highway 61
Materiale: Metallo e plastica
Numero di catalogo: 50621
Anno di produzione: ---
Pezzi prodotti: 2500 (2327)
Aperture: 4 + prese aria cofano orientabili
Prezzo Medio di mercato: Sold-Out, all’epoca 150 USD
Prezzo di acquisto: USD 80 (dagli USA).

Il secondo modello della confezione è la riedizione datata 2008 dell’originale Challenger degli anni ’70.
Anche se la scatola riporta Challenger 2010, in realtà il modello è inspiegabilmente il concept commercializzato in serie con poche modifiche nel 2010.

Sicuramente il modello, come l’auto reale è meno affascinante della vera muscle-car uscita nel 1970 anche se riprende la colorazione verde con cofano e modanature laterali nero opache.

Il frontale imponente ha sia la calandra, sia la presa d’aria inferiore in fotoincisione e passante, la coppia di proiettori principali e i fendinebbia sono realistici e privi di pin di fissaggio delle lenti.
Il cofano motore ha le due piccole prese d’aria orientabili, una bella sorpresa.


La fiancata riprende in chiave moderna la linea della ‘70s, utilizzando tampografie per le strisce nere. Le luci di ingombro sono riportate ed inserite senza l’uso di pin. Attraverso i grossi cerchi purtroppo di qualità e resa non eccezionale, spiccano chiaramente i 4 dischi correttamente forati e le belle pinze firmate Challenger. I pneumatici riportano sulla spalla le incisione del produttore e della misura.


Al posteriore è ben realizzata l’ampia fascia rossa, ma non altrettanto il contorno nero i cui bordi non sono netti e particolarmente regolari, non eccellenti neppure le due sottili luci della retro con annesso i sensori di parcheggio con cui si è cercato di camuffare i pins di fissaggio.


L’abitacolo è curato a partire dal cruscotto con inserti di alluminio (solamente verniciato in silver) con i quattro strumenti circolari dalla discreta grafica, è presente sul tunnel centrale la radio ed una nutrita schiera di pulsanti purtroppo privi di alcuna tampografia. I sedili sono realizzati in plastica morbida, riportano in stampo le cuciture della pelle e sono reclinabili e regolabili longitudinalmente. Per i posti anteriori e posteriori sono previste le cinture di sicurezza in tessuto con fibbia di fotoincisione.
Anche i pannelli porta realizzati con un solo stampo riprendono il contrasto dato dalla pelle nera (plastica) e alluminio (colorazione silver).


Il vano anteriore ospita il motore abbastanza completo, ma dall’aspetto non proprio realistico, ad eccezione del bel filtro aria nella parte anteriore. Degno di nota è il bel leveraggio per l’apertura del cofano.


Il baule è rivestito di moquettina e la movimentazione del cofano è affidata a delle più convenzionali cerniere ed è privo dei pistoncini pneumatici.


Il fondo vettura è completo, il modello ha le sospensioni funzionanti e un convincente scarico.

In conclusione è un modello dalle qualità e dal fascino un pelo inferiore rispetto all’originale degli anni 70, la cura ed i materiali impiegati sono allineati al prezzo d’acquisto. La parte interessante è proprio nel possederli ed affiancarli entrambi in vetrina.

In sintesi
Mi è piaciuto:
Prese d’aria anteriori in fotoincisione
Prese d’aria sul cofano orientabili
Abitacolo ben assemblato con l’uso di buone plastiche.
Non mi è piaciuto:
Aspetto poco veritiero dei cerchi
Motore non molto accattivante
Inserti trasparenti posteriori.

Dodge Challenger 1970 - Highway61

Modello: Dodge Challenger 1970
Marca: Highway 61
Materiale: Metallo e plastica
Numero di catalogo: 50621
Anno di produzione: ---
Pezzi prodotti: 2500 (2327)
Aperture: 4 + sportello carburante + antenna radio mobile
Prezzo Medio di mercato: Sold-Out, all’epoca 150 USD
Prezzo di acquisto: USD 80 (dagli USA).

Un paio di anni addietro acquistai questa bella confezione promozionale della Dodge per il 40° anniversario della Challenger: in abbinamento la nuova versione del 2010 con la originale del ’70.

In tutta onestà la Highway61 alterna modelli validi ad altri le cui finiture lasciano molto a desiderare; il modello m.y. ’70 appartiene al primo gruppo: è valido sotto tutti i punti di vista.

Esteriormente è verniciato in modo uniforme e preciso di un bel verde chiaro metallizzato, in contrasto con le precise strisce nere opache che percorrono la fiancata ed il cofano interamente verniciato in nero opaco.


L’anteriore è caratterizzato dal gruppo fari (realistici e senza pin di fissaggio) e mascherina molto ben riprodotta in fotoincisione con annessa la scritta Challenger, incorniciati dall’ampio paraurti cromato esteso con un profilo cromato (in plastica) su tutto il contorno del cofano.
Accattivante l’idea dei ferma cofano funzionanti il cui unico difetto è la leggera abbondanza delle dimensioni. La parte inferiore del frontale è realizzata in modo separato, ma non è accoppiata con precisione al corpo vettura, come le frecce non sono all’altezza del bel frontale.
Dalla generosa presa d’aria posta sul cofano è ben visibile l’ottimo filtro aria di aspirazione e i fori per l’ingresso dell’aria dell’abitacolo sono coperti da un’interessante griglia metallica di trama molto fine.


La fiancata riserva delle piacevoli sorprese: le tampografie nere per le strisce e le scritte sono precise e, le maniglie come le luci di ingombro sono realizzate in stampi separati e posizionate con precisione. I punti di forza sono indubbiamente lo sportello carburante apribile, l’antenna radio mobile. Le ruote sono di quanto meglio si possa chiedere su un die-cast di questa fascia: i cerchi sono molto realistici e sono impreziositi dalla valvola di gonfiaggio, i pneumatici dall’ottimo battistrada riportano le scritte identificative della marca e della misura ovviamente in bianco.
Infine è apprezzabile lo scarico laterale ben cromato e sufficientemente forato.


Il posteriore è la parte meno riuscita del modello: il mio esemplare presente un allineamento non preciso del cofano, l’ampio fascione luci è dotato di fissaggi visibili e la scritta Challenger è purtroppo una decals
Dove spiccano i contorni sullo spoiler nero.


L’abitacolo è completo e curato sotto tutti i punti di vista ad eccezione del cruscotto di aspetto un poco povero: i tre strumenti circolari sono inserita in una cornice la cui simulazione della radica lascia molto a desiderare, come non all’altezza è il volante interamente in plastica con la brutta corona e le poco precise razze colorate (con qualche sbavatura) in silver; ha il pregio (difficilmente riscontrabile nella maggior parte dei modelli) di avere il vano portaoggetti apribile.
Il fondo è rivestito in moquette e sono presenti i tappetini poggiapiedi sia per l’anteriore sia per i posti posteriori; i sedili sono realizzati in plastica morbida e sono dotati di cinture a 2 punti in tessuto con fibbia in fotoincisione e aggancio, purtroppo (come spesso accade) incollate alla seduta. Inoltre i sedili hanno la movimentazione longitudinale e schienale reclinabile.
Bella la leva del cambio la cui colorazione rispecchia fedelmente il legno, impreziosita da tre puntini silver per le viti di fissaggio.
Anche i pannelli porta hanno un convincente inserto in legno, la manovra (ovviamente manuale) dei finestrini è separata ed è presente l’ottima maniglia di apertura cromata a specchio oltre alla regolazione interna degli specchi retrovisori.
Non delude il divano posteriore anch’esso realizzato in plastica morbida e dotato di cinture a due punti.


Il vano motore con il possente 6 cilindri è completo e costituito da diversi particolari non ricavati da un unico stampo: il grosso filtro aria è posto sopra i sei carburatori, come il corpo motore sono verniciati di arancio, è presente l’accensione ed il circuito raffreddamento; da notare le fini e molto realistiche cerniere del cofano ditate di molle (funzionanti) per lo stazionamento in posizione aperta..


Il vano posteriore seppur completo appare un poco povero: è presente una brutta ruota di scorta, un’approssimativa attrezzatura compreso il crick di sollevamento e la tubazione del carburante. Per il fondo è stata usata una decals a quadri, mentre i fianchi del vano sono accoppiati in modo approssimativo e la cerniera grossolana chiude il cerchio di un vano che appare dismesso rispetto al resto del modello.


Il fondo vettura è ben realizzato e completo di sospensioni (non funzionanti) con barre antitorsione, dello scarico sdoppiato e della trasmissione collegata alle ruote posteriori.

In conclusione un modello le cui qualità superano di gran lunga le poche mancanze, in sostanza rappresenta un ottimo acquisto per gli amanti delle muscle-cars americane.

In sintesi
Mi è particolarmente piaciuto:
In generale la cura e la ricchezza del modello.
Non mi è piaciuto:
Volante e quadro strumenti
Vano baule

Hummer H2 (2005) - GM Highway61

Modello: Hummer H2 (2005)
Marca: GM by Highway 61
Numero di catalogo: 50356
Anno di produzione: ---
Pezzi prodotti: ---
Aperture: 6
Prezzo Medio di mercato: €140

Mi capita di chiedermi, soprattutto dopo aver visto la collezione di Fabrizio, se la scelta di collezionare 1/18 in luogo delle 1/43 è la mia strada; la considerazione nasce dal fatto della minor disponibilità di modelli, dallo spazio che occupano, dal costo più alto a cui non corrisponde sempre una qualità all’altezza.

Ma quando mi imbatto in modelli come questo H2, sono felice di avere intrapreso la strada di collezionista di 1/18.

Esteriormente il modello è curato e le parti apribili sono ben assemblate. La verniciatura nera è esente da difetti e di giusto spessore.
Il frontale è dotato di un grosso bull-bar di protezione ben cromato, l’ampia calandra cromata è correttamente, ma la scritta Hummer non è centrata ai listelli verticali forata ed i fari sono molto realistici, si intravvede sul fondo delle parabole le lampade.


La fiancata dalle ridotte superfici vetrate è dotata di pedane cromate su cui sono applicati correttamente i poggiapiedi; realistici i cerchi dotati di valvola di gonfiaggio e di coppa centrale asportabile dotata di aggancio magnetico. I pneumatici hanno le scritte identificative, ma sono costruiti in gomma dura e sono costruiti in due parti (esterna ed interna) con il segno di unione purtroppo visibile.
Le parti verniciate in nero opaco (parafanghi e parte inferiore) sono ben delineate ed esenti da sbavature.


La parte posteriore è caratterizzata dalla grossa scritta Hummer verniciata su un bassofondo nel paraurti posteriore; la fanaleria al pari dell’anteriore è decisamente realistica ed da difetti, come la griglia di protezione. E’ presente e un po’ invadente la rete dello sbrinavetri e azzeccata la scelta della targa della Florida.


L’interno è la parte più spettacolare del modello quanto a finiture e soprattutto movimentazioni:
Sono presenti i tappetini appoggiapiedi, le poltroncine anteriori hanno i bracciolo mobili, si muovono longitudinalmente e hanno lo schienale abbattibile; le cinture di sicurezza sono in tessuto con fibbia in fotoincisione.
Sui pannelli porta è presente una decals con delle indicazioni, purtroppo non decifrabili.
Il cruscotto al pari della vera H2 è un plasticone squadrato, purtroppo sia il quadro strumenti che i vari dispositivi presenti sulla consolle centrali sono replicati per mezzo di semplici decals.
Segnalo la possibilità di aprire il cassetto portaoggetti sul tunnel centrale e quello lato passeggero.
Il divano posteriore è abbattibile 40/60 come sull’auto vera: si ribalta la seduta, si ripiegano indietro i poggiatesta e si ribalta lo schienale, anche il sedile nel baule è ribaltabile e richiudibile a libro.


Il vano motore è completo e realizzato con cura a partire dal possente propulsore completo di tutti gli accessori come il circuito elettrico, raffreddamento, varie vaschette liquidi e circuito dell’iniezione indiretta. Diverse decals con scritte e avvertenze completano l’ottima riproduzione della meccanica.


Il vano baule è rivestito in moquette e come detto ospita una poltroncina supplementare e l’enorme ruota di scorta. Anche se nascosto l’attacco della cerniera del portellone posteriore dotato di pistoncini idraulici risulta troppo invadente.
L’ultima chicca è il rivestimento in velluto dell’enorme ruota di scorta posizionata nel baule.


Il fondo di questo mastodontico SUV è convincente, particolareggiato e decisamente realistico a partire dalle sospensioni funzionanti, a seguire con gli alberi di trasmissione (sia anteriore che posteriore)  che ruotano all’unisono con le ruote, a completamento dell’ottimo quadro generale gli ottimi longheroni e le corrette piastre di protezione degli organi meccanici.


In conclusione il modello dell’Hummer H2 grazie a finiture di buon livello, all’ottima riproduzione meccanica e alle molteplici possibilità di movimentare i sedili ripaga pienamente il collezionista del costo di acquisto.

In sintesi
Mi è piaciuto
Abitacolo
Meccanica
Cerchi
Non mi è piacuito
Scritta Hummer non centrata alla calandra
Pneumatici
Strumentazione ed accessori replicati con un decals.