Modello: Jaguar XJ.S Convertibile
Marca: Autoart
Numero di catalogo: 73572
Anno di produzione: ---
Pezzi prodotti: ---
Aperture: 4
Prezzo Medio di mercato: €125 (oggi si può trovare in offerta a meno della metà)
Nel
1988 la Jaguar inizia la produzione diretta della versione
convertibile, precedentemente affidata alla Hess & Eisenhardt con
sede in Ohio.
Entrambe le versioni della XJ-S (coupé e convertibile)
non hanno avuto un grosso successo commerciale, e solo ultimamente si è
risvegliato un piccolo interesse storico.
La Autoart a fine del 2011 inserisce in listino le miniatura in scala 1/18 di questa cabrio a 2 posti.
Da
qualche tempo due dei più grandi store tedeschi hanno in vendita questo
modello e il corrispondente coupé con un grossa riduzione del prezzo di
listino, arrivando a costare una cinquantina di Euro cadauna.
Sicuramente
il forte sconto è dovuto ad una vendita nettamente inferiore alle
previsioni: il motivo è per uno scarso interesse verso l’auto reale o
perché il modello ha un costo eccessivo rispetto ai reali contenuti?
Frontalmente
mi balza subito all’occhio il contrasto tra l’ottima riproduzione dei
proiettori dotati di lavafari a tergi e la piccola calandra a sottili
listelli cromati, riprodotta con un unico stampo plastico cieco.
L’ampio
paraurti è costruito con la parte in gomma (dove viene usata plastica
rigida) separata dallo stampo della cromatura superiore, offrendo un
realismo più che discreto, al contrario mi ha deluso trovare nella parte
inferiore le quattro viti di fissaggio a vista.
Infine sia il logo
jaguar posto sul cofano, che il V12 inserito nella calandra sono ben
dettagliati e di buona qualità nonostante siano ricavati da stampi
plastici.
Lateralmente
non mi ha convinto la freccia in cui è ben visibile il pin di fissaggio
ed i cerchi in lega di forma corretta, ma cromaticamente poco curati: è
infatti assente la colorazione nera prevista per i fori di fissaggio e
la parte brunita interna alle 5 razze: il risultato è uno scarso
realismo che tradisce il materiale plastico con cui sono costruiti.
Approfittando di una scarsa visione del gruppo freni, la Autoart li ha
economicamente realizzati in plastica nera, sia il disco quanto la
pinza; decisamente meglio appaiono i pneumatici di misura corretta e
buon battistrada.
Molto meglio il risultato delle maniglie di
apertura, degli specchi esterni; precisa è l’applicazione dei filetto
che corrono lungo le fiancate, in tampografia.
Infine l’antenna è
ricavata da un sottile filo metallico con il risultato di essere molto
delicata (di piaga facilmente) e di sezione decisamente sproporzionata
(andrebbe bene per le 1:43)
Posteriormente
sono curati e realistici i fari, il paraurti realizzato in due parti
come all’anteriore: una per il corpo in gomma e l’altra per l’ampia
cromatura superiore.
Curato risulta anche l’inserto plastico contenente le luci retro, il logo Jaguar ed il pulsante per l’apertura del cofano baule.
Mi
hanno deluso le scritte identificativa XJ.S e V12 di decals, anziché
l’uso di più consone fotoincisioni e i terminali di scarico che sono di
stampo scarsamente forato ed è ben visibile l’unione della parte
superiore a quella inferiore, apparendo ben poco realistici.
Il
vano motore è sicuramente completo, purtroppo tutte le tubazioni ed i
cavi sono in plastica e non in gomma, non restituendo quel realismo che
avrebbe potuto avere il bel V12.
Al contrario mi hanno convinto le
sottili cerniere del cofano anteriore in abbinamento con due pistoncini
che consentono un’ottima stabilità del cofano in posizione aperta.
Il
baule è rivestito in moquette, è presente all’interno la ruota di
scorta con la propria copertura, purtroppo realizzata in materiale
plastico e rigido anziché in gomma o in tessuto. Come per il cofano
anteriore sono ottime le cerniere e l’uso dei pistoncini per lo
stazionamento in posizione aperta.
La
parte anteriore dell’abitacolo è uguale a quella della coupé:
trattandosi di una convertibile aperta avrebbero dovuto dedicare
maggiore cura ad alcuni particolari che essendo ben visibili risultano
al di sotto delle aspettative, trattandosi di un modello il cui prezzo è
al top dei die-cast di fascia medio-alta.
La radica del cruscotto è
sufficientemente simulata da una tampografia, belli i due strumenti
principali in cui si nota una pellicola plastica a protezione della
decals del quadrante.
Deludenti i sedili: costruiti in plastica dura
non trasmettono assolutamente l’idea del rivestimento in pelle; anche le
cinture di sicurezza sono deludenti: se la fibbia di chiusura è ben
fatta, altrettanto non si può dire della cinghia costruita con una
striscia di gomma e non in tessuto.
I pannelli porte sono
discretamente curati: il bracciolo, la maniglia, la regolazione dello
specchio e l’altoparlante sono realizzati separatamente, è assente la
parte in tessuto nella parte inferiore del pannello.
La zona
posteriore è sufficientemente curata: il piano è rivestito di moquette
ed è presente l’ampio maniglione di contenimento in filo metallico.
Il
modello, come ho precedentemente scritto, è ordinabile solamente in
configurazione aperta: trovo ua grossa mancanza non aver fornito anche
la capottina da applicare al modello o ancora aver fornito la copertura
realmente ripiegabile ed estensibile come ad esempio è possibile trovare
su alcuni vecchi maisto (ad esempio bmw 325 cabrio). Deludente è anche
la copertura della capotte ripiegata: realizzata in stampo plastico e
rigido anziché in gomma morbida.
Il
fondo vettura non è purtroppo curato e dettagliato come in altre
autoart e in generale come si meriterebbe un modello che supera
abbondantemente la richiesta dei 100 Euro: le sospensioni sono
“ovviamente” statiche, il gruppo molle-ammortizzatori è realizzato in un
unico stampo plastico ed i freni al posteriore montati all’uscita del
differenziale sono in stampo con il differenziale stesso con i dischi in
plastica nera.
In
conclusione questa Jaguar XJ.S sarebbe potuto essere un ottimo modello,
ma troppe economie incidono pesantemente sul risultato finale, rendendo
il prezzo del modello spropositato rispetto ai contenuti offerti. Per
rispondere alla domanda di inizio test direi che la verità sia nel
mezzo: il rapporto qualità / prezzo del modello è appena sufficiente, la
riproduzione al pari del modello vero non è tra i più ricercati, quindi
ovviamente il collezionista si sarà dirottato verso modelli più
preformanti e/o soggetti più interessanti.
In sintesi
Mi è piaciuto
Cerniere e pistoncini cofani ant. e post.
Quadro strumenti
Fanaleria
Non mi è piaciuto
Diverse economie dell’abitacolo
Copertura tettuccio e assenza della possibilità di poter ricavare la configurazione chiusa
Cerchi ruote
Raccolta di test dei miei modelli die-cast in scala 1/18 Test of my 1/18 die-cast models
Presentazione
Presentazione
Sono un collezionista di diecast un 1/18, soprattutto di modelli stradali prodotti in grande serie.
Senza voler far concorrenza a riviste o portali specializzati, in questo blog provo alcuni dei miei modelli in scala 1:18 mettendo in evidenza quelli che per me (ovviamente) sono i difetti e le qualità riscontrate su ogni singolo modello; la prova è corredata da alcune foto, scattate al meglio delle mie possibilità.
Ovviamente i pareri espressi in queste recensioni sono "genuini" e del tutto personali, vado ad analizzare sia le sensazioni che ogni modello mi regala, cerco di scovare particolari nascosti e più razionalmente uso nella valutazione del modello il parametro qualità / prezzo.
Che dire....Spero che questa mini-guida sia utile ad altri collezionisti.
Sarò grato a tutti coloro che mi manderanno i loro commenti, le loro critiche e perché no... Correzioni a mie imprecisioni o mancanze.
Buona lettura a tutti
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